mercoledì 31 ottobre 2007
Jack Frusciante è uscito dal gruppo
Jack Frusciante è uscito dal gruppo
Enrico Brizzi
ISBN 88-04-41995-4

Il romanzo culto di quando avevo sedici anni: se avessi dieci anni di meno lo rileggerei ancora tutto di fila, senza staccare il naso dalle pagine scritte fitte fitte dei pensieri di Alex, che "comunque no, non piange mica. E poi è un Girardengo, kazzo...", se fosse ancora quell'estate del novantasei, lo rileggerei e mi emozionerei ancora, allo stesso modo.

Jack (John) Frusciante, al top del successo come chitarrista con i RHCP, decide di andarsene e di lasciare la band.
Alex, il "vecchio Alex", se lo chiede il perché. E anche lui è un adolescente come tanti in una Bologna come tante, uno studente distratto ma che per lui la scuola non è certo la vita, preso com'è con le sue storie con Depression Tony e Helios Nardini. Che il liceo Caimani non è mica tutto. Tra musica, pensieri, libri e in bici giù lungo la Saragozza avenue il "vecchio Alex" si scontra con Aidi, l'Adelaide che con lui una storia seria non può averla se tra pochi mesi parte per l'America a studiare un anno laggiù. Sesso niente, ma neanche baci. No è meglio così è quasi platonico, soli lì abbracciati sul prato in un giorno di maggio, sui colli, ma Aidi è tutto per il "vecchio Alex". Aidi gli cambia la vita, kazzo...
Gliela cambia anche Martino, ma questa è un'altra storia... l'unica volta che ha pianto con Aidi è stata quando è morto Martino.

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martedì 30 ottobre 2007
Il maestro e Margherita
Il maestro e Margherita
(orig. Мастер и Маргарита)
Michail Bulgakov
ISBN 88-06-17373-1

Non leggerlo è impossibile. Non lasciarsi coinvolgere è difficile. Con uno stile veloce, poetico, abile, Bulgakov ti trascina in una vicenda grottesca e tragicomica nella Mosca degli anni Trenta. Il Male, sotto le sembianze di Satana/Woland e della sua cerchia di "stretti collaboratori", tra cui il gatto nero Behemot e il valletto Korovyev, si catapulta su Mosca: Woland, che sostiene di essere esperto di magia nera, si scontra con Berlioz, capo della burocrazia letteraria, e con un forestiero, Ivan Bezdomnyj. Ivan, accusato poi di schizofrenia, viene incarcerato e in prigione fa la conoscenza del maestro, cui era stata impedita la pubblicazione del suo romanzo sulla vera storia di Cristo e di Ponzio Pilato. Su un altro livello si dipana la storia dell'incontro tra Gesù e Pilato a Gerusalemme, mentre Margherita, per amore del maestro, ottiene da Satana la possibilità di trasformarsi in strega, prendere parte al sabba, e poi liberare il suo amato e di vivere poveri, ma con amore.

Il maestro e Margherita ha visto la luce in Unione Sovietica solo nel 1973 (sebbene scritto in pieno regime staliniano): Bulgakov fotografa, come nel racconto "Cuore di cane", la società moscovita, immobile, burocratizzata e incapace di respirare, in cui gli uomini diventano solo ingranaggi del sistema statalista, spersonalizzati e disumanizzati. È l'Amore, contrapposto al Male, l'unica forza potente che riesce a sopraffare illogicamente i limiti imposti dalla società e dalla religione.

In queste pagine Bulgakov si prende la sua rivincita: l'espressione рукописи не горят (lett. "i manoscritti non bruciano") sottolinea il valore della potenza e della forza della letteratura, della libertà dell'artista pur costretto e censurato dalle grette autorità statali, proprio come successe a lui.

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lunedì 29 ottobre 2007
Piattaforma
Piattaforma - nel centro del mondo
(orig. Plateforme)
Michel Houellebecq
ISBN 88-452-5407-0

"Ho conosciuto l'odio, il disprezzo, la decrepitezza e varie altre cose; ho conosciuto anche qualche breve istante d'amore. Di me non sopravviverà nulla, e non merito che qualcosa mi sopravviva; sarò stato un individuo mediocre, sotto tutti gli aspetti."
A questa conclusione giunge Michel, in Thailandia, dopo aver vissuto una sconvolgente esperienza che gli ha cambiato radicalmente l'esistenza. Michel è (o era) un quarantenne parigino, dipendente pubblico, svogliato, apatico e senza spirito. Single, cerca(va) piacere soltanto con prostitute, meglio se asiatiche, più disponibili, libertine e capaci di soddisfare ogni desiderio. Un uomo che, come il man descending descritto dal canadese Guy Vanderhaeghe, vive per inerzia e inizia la sua inarrestabile discesa. Fino all'incontro con la giovane e disinibita Valérie.

Con Valérie, conosciuta durante un viaggio organizzato in Thailandia, inizia un'intensa storia di amore, sostenuto da un'eccezionale intesa sessuale: una passione vera, totalizzante, che smuove Michel dal suo immobilismo. Si buttano, con il capo di lei, in un'attività imprenditoriale nuova ed ardita, anche per la Francia moderna: creare una rete mondiale di villaggi turistici in cui la prostituzione e lo sfruttamento delle donne - comprese le minorenni - locali per soddisfare i turisti occidentali sia legalizzato e, anzi, incentivato. Sarà un successo commerciale, ma che porterà a conseguenze ineluttabili e di portata più grande di loro.

Cinico come sempre, Houellebecq descrive una parabola a doppio senso: quella, quasi una funzione matematica, di un uomo e quella, meno prosaica, di una società basata sul consumismo, la sete di sesso, la noia, l'assuefazione e sul denaro.

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domenica 28 ottobre 2007
Equatore
Equatore (orig. Equador)
Miguel Sousa Tavares
ISBN 88-7907-004-5

Uno dei romanzi più belli che abbia mai letto. Un'affermazione così perentoria potrebbe spingere a non leggerlo affatto, o forse, a scoprire perché quest'opera di letteratura portoghese contemporanea sia da non perdere. Una versione moderna e lusitana di Cuore di tenebra, capolavoro di Joseph Conrad, in terra africana. Ambientato negli anni Dieci del secolo scorso, sullo sfondo della Belle Époque e delle tensioni sempre maggiori tra Portogallo e Regno Unito, il trentasettenne colto e affascinante Luis Bernardo Valença riceve, suo malgrado, l'incarico di governatore sull'arcipelago di São Tomé e Príncipe, all'epoca possedimento portoghese, direttamente dal re Dom Carlos. L'impresa è ardua: convincere gli inglesi che la manodopera utilizzata sulle isole non è in schiavitù, ma si tratta di liberi cittadini retribuiti.

Tavares descrive con precisione i colori, gli odori, la carnalità, la sensualità delle forme delle donne, la dolcezza e la violenza del sesso, il turbinio delle passioni sullo sfondo della decandenza coloniale portoghese. Storia di un'intensa solitudine, della lotta intestina tra alti valori umani, la libertà, la fiducia, l'amore e il rispetto, e gli intrighi politici ed economici di una società ancora poco progressista. A Luis Bernardo si contrappone Mr. David Jameson, inglese, inviato sul posto a controllare che la schiavitù a São Tomé sia davvero stata abolita. È un uomo severo, freddo, scostante, introverso, la cui moglie, Ann, sensuale e attraente, sarà al centro di un intricato gioco di ruoli e di passione tra i due uomini.

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Maus
Maus, racconto di un sopravvissuto
(orig. Maus, a survivor's tale)
Art Spiegelman
ISBN 88-06-15495-8

Adorno, terminata la Seconda Guerra Mondiale e dopo la scoperta della shoah ad opera dei nazisti, si chiedeva, lui tedesco, se si potesse, se fosse etico e possibile parlarne oppure tacere degli orrori della guerra. È possibile rappresentare l'Olocausto in maniera distaccata? La morale ebraica è fortemente legata alla memoria, alla necessità di narrare e tramandare: Spiegelman, noto cartoonist del New Yorker, di origini ebraiche e polacche, prova con un graphic novel a dare forma alla tragedia. Ma a modo suo.

La storia è articolata su diversi livelli e piani narrativi, è basata sui ricordi e le testimonianze di Vladek, il padre, il sopravvissuto all'orrore del lager: un uomo non necessariamente positivo, ma con i suoi difetti, paradossalemente razzista e forse anche inaffidabile. Tutto fa parte dell'essenza postmoderna di quest'opera: la riflessione sulla Storia che si fa narrazione, l'ironia, la sovversione e lo screditamento di valori considerati unici, la spersonalizzazione dell'uomo (i topi sono gli ebrei, i gatti i nazisti, i maiali i polacchi), la ricerca di un linguaggio preciso, che mischia termini inglesi e yiddish, l'inserimento del racconto nel racconto con componenti autoriflessive e metanarrative.
Un'opera che va letta, vista e sofferta per capire che tacere non è la soluzione.

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sabato 27 ottobre 2007
Die dunkle Seite des Mondes
Die dunkle Seite des Mondes
Martin Suter
ISBN 3-257-23301-9

Il lato oscuro della luna, il lato oscuro degli esseri umani. Il romanzo di Suter è un'efficace parabola dell'essenza umana, dei limiti che essa presenta e dell'impossibilità effettiva di far convivere naturalmente, all'interno della società moderna e regolata, tutte le componenti umane. Urs Blank, il protagonista, è un affermato avvocato societario di quarantacinque anni, ricco, affascinante e ammirato in tutta Zurigo: il seguito a due assunzioni di funghi allucinogeni, Urs subirà una vera e propria metamorfosi, che lo porterà ad assumere comportamenti sempre più violenti, selvaggi, animali. Una modificazione della personalità dell'uomo è davvero possibile e concepibile, solo tramite l'assunzione di droghe?

Die dunkle Seite des Mondes è la lotta tra il bene e il male, insiti nell'animo umano: riecheggiando lo strano caso del Dottor Jekyll e Mister Hide di Stevenson, si sofferma sulla riflessione della natura dell'uomo. Cosa possono la scienza e la psichiatria? La violenza è connaturata e può essere solo assopita, così come il bene è una parte integrante di noi stessi. Un'esperienza diversa e stimolante può soltanto fare in modo che una o l'altra parte si manifesti. Urs è sempre più consapevole che non può permettersi di restare nella società e decide di abbandonarla, fuggendo nell'unico luogo in cui sopravvivere conscio della sua natura: la foresta, in una mistica e panica fusione con la natura oscura, è l'unica salvezza.

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Vita di Pi
Vita di Pi (orig. Life of Pi)
Yann Martel
ISBN 88-384-8254-3

La vita di Pi è una di quelle storie da raccontare, da narrare, da tramandare. Tra il visionario, il magico e l'incredibile, una di quelle storie che "farà credere in Dio". L'io letterario di Martel racconta di un momento di crisi creativa, della difficoltà di scrivere e di trovare una storia che valesse la pena scrivere, per ottenere un successo editoriale convincente. Parte dal Canada, sua patria, e si rifugia in India in cerca di ispirazione: è lì che si imbatte in un uomo che lo introduce alla storia fantastica e avventurosa di Piscine Molitor Patel (detto Pi). Il ragazzo, indiano, era partito da Pondicherry con la famiglia e gli animali dello zoo che gestivano in India: in seguito a una violenta tempesta e al conseguente naufragio, Pi si ritrova da solo su una zattera con Richard Parker, una tigre. Fino ad arrivare sulle coste messicane ed essere portati in salvo.

La convivenza tra i due, in mezzo all'oceano, sarà ardua e difficile in un primo momento, mentre si evolverà col tempo in un mutuo soccorso e sostegno per la sopravvivenza. Senza eccedere nella critica, non stupisce che il romanzo sia innanzitutto canadese: il tema della sopravvivenza, il survival, è un elemento chiave della sua letteratura. È inoltre un romanzo sulla narrazione, sulla necessità dello storytelling, per mantenersi in vita e asserire la propria esistenza, quella di Pi e Richard Parker, gli unici due esseri viventi sulla zattera in bilico tra la vita e la morte, ma entrambi decisi e ben intenti a lottare per la vita.

Una storia eccezionale e intensa che, davvero, nella sua semplicità, ingenuità, apre nuove prospettive sulla fede, sulla religione, la spiritualità, su Dio e decostruisce la realtà visibile e le false credenze.

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La fortuna dei Meijer
La fortuna dei Meijer (orig. Melnitz)
Charles Lewinsky
ISBN 978-88-06-18404-9

Quattro generazioni della famiglia ebrea Meijer, dal 1871 al 1945, si susseguono sullo sfondo della Svizzera tedesca, loro patria: dal capostipite Salomon, probo allevatore, uomo di grande statura morale, onorato e rispettato in tutta Endingen, la fortuna della famiglia procede attraverso una lenta e irrefrenabile evoluzione sullo sfondo di un mondo in continua trasformazione tra fine Ottocento, in mezzo alle due Guerre, fino all'avvento del nazionalsocialismo e della Shoah. Reduce dalla battaglia di Sedan approda in Svizzera Janki, lontano parente dei Meijer: sposando la figlia adottiva Chanele e stabilendosi nrlla vicina Baden, l'albero genealogico si ramifica ulteriormente con l'arrivo dei figli François, Hinda e Arthur. Vicissitudini, amori, dolori, sofferenze, speranze disilluse, lotte per integrazione, rassegnazioni si susseguono, si incrociano e si fondono tra i personaggi del romanzo fino al pronipote Hillel, una novella famiglia Buddenbrook di salde radici ebraiche in Argovia.

Elemento fondamentale della cultura ebraica che fa da leitmotiv alla narrazione è la memoria, la necessità di narrare e mantenere vivo il ricordo dei parenti, degli antenati, della famiglia allargata, la mishpokhe. Una concatenazione di eventi che, in modo straniante, è osservata e criticata in modo sarcastico, pungente e provocatorio da Melnitz, fantasma dello zio morto, che "quando moriva ritornava, sempre". E la fortuna, in questo caso dei Meijer, è anche la benevolenza della sorte: quella di vivere in Svizzera, di essere scampati - anche se non in toto - alla tragedia immane della follia nazista consumata oltre il confine tedesco.

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venerdì 26 ottobre 2007
Il Profumo
Il Profumo (orig. Das Parfum)
Patrick Süskind
ISBN 88-7819-352-6

Se non sapete niente di Jean-Baptiste Grenouille, uno degli uomini più geniali nella Francia del diciottesimo secolo, non è colpa vostra. Anche se si può considerare una figura di grande spessore, essendosi dedicato anima e corpo allo studio del fugace regno degli odori, la sua fama è svanita allo stesso modo delle fragranze. E un romanzo che sa di fisico, di odori, di puzze, di tanfi, di profumi, di fragranze, di essenze: l'olfatto è in assoluto il protagonista principale tra le pagine. Grenouille ha un dono: sentire in profondità tutti gli odori del mondo, di distinguere anche a decine di chilometri di distanza i profumi. Ma non percepisce il suo di odore: semplicemente ne è privo. Ossessionato dalla ricerca dell'odore perfetto di essere umano, inizia un percorso formativo tra i maggiori profumieri di Parigi e di Francia, fino a giungere a Grasse, in Provenza, patria della produzione di essenze. Lasciando dietro di sé morti orrende, determinato nella realizzazione del suo processo, Grenouille non si fermerà di fronte a nulla.

E l'essenza perfetta, il profumo di essere umano, lo creerà davvero. Una sinfonia perfetta degli umori di dodici donne, più una: un profumo intenso, violento, che scatena in chiunque ne percepisca anche solo una goccia un irrefrenabile desiderio di amore, di amare, di dare libero sfogo agli istinti, alle pulsioni sessuali. Tra immagini fiabesche, grottesche, che rasentano il gotico e talvolta l'angosciante, estri linguistici, sogni e incubi, Il profumo si conclude con un gesto d'amore, il più sincero e fiero gesto che un uomo possa concedere.

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l'insostenibile leggerezza dell'essere
L'insostenibile leggerezza dell'essere
(orig. Nesnesitelná lehkost bytí)
Milan Kundera
ISBN 88-459-0686-8

Lo sfondo è quello della Primavera di Praga, l'anno è il 1968. Nella capitale cecoslovacca, prima e durante l'invasione dell'esercito russo che ha schiacciato e spezzato in pochi giorni tentativi e sprazzi di libertà, si animano le vite di Tomáš, Tereza e Franz e Sabina. Come in una moderna versione delle Affinità elettive di Goethe, Tomáš ama Tereza riamato, Sabina ama Franz riamata. La città di Ginevra, il profumo della libertà, si contrappongono alla pesantezza di Praga, oppressa dal regime comunista e dal pugno duro sovietico. Alla pesantezza dei corpi si contrappone la leggerezza, insostenibile, dell'amore. I simili si ritrovano necessariamente attratti l'uno dall'altro, in virtù di un sentimento di com-passione, per cui "avere compassione (co-sentimento) significa vivere insieme a qualcuno la sua disgrazia, ma anche provare insieme a lui qualsiasi altro sentimento: gioia, angoscia, felicità, dolore".

Le vite dei quattro protagonisti si intrecciamo continuamente, svelando lati oscuri, debolezze, tensioni, amori e passioni: Karenin, il cane di Tomáš, medico, è paradossalmente un altro dei caratteri fondamentali del romanzo, un animale, la cui esistenza, spezzata da un tumore, induce il lettore a riflettere, a commuoversi, a comprendere il peso insostenibile della labilità dell'amore e della vita. Uno dei romanzi universali, un dipinto eccezionale dei sentimenti umani, della fugacità della Storia e della società, dell'intensità straziante dell'affetto e di come "si vive una vita soltanto e non si può né confrontarla con le proprie vite precedenti, né correggerla nelle vite future".

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giovedì 25 ottobre 2007
Good Bones and Simple Murders
Good Bones and Simple Murders
Margaret Atwood
ISBN 0-385-47110-6

Raccolta di racconti brevi e di prose poems edita nel 1994, è una delle opere mature della scrittrice canadese. Il risultato di un lungo e proficuo percorso di riflessione sul ruolo della donna, dell'artista, nella società contemporanea, sulla presa di coscienza del potere del proprio corpo, della parola e della forza sovversiva, ironica e dissacrante del linguaggio. Trentacinque immagini rubate, trentacinque brevi narrazioni che irrompono violente e regalano momenti di piacevole riflessione e postmoderno pastiche letterario.

In "Gertrude Talks Back", la madre dell'Amleto shakespeariano, si scopre essere una femme fatale, consapevole della proprio fascino, della sua sensualità erotica, del suo essere donna. Una donna, non solo madre, vedova e moglie, che ci svelerà un segreto circa l'omicidio del marito, fratello di Claudio neomarito. Così la strega cattiva prende la parola e si vendica per essere stata sempre maltrattata nelle favole, mentre le fiabe e la tradizione popolare è sovvertita in maniera da rendere irreale quello che in fondo lo era, e far sembrare un mostro marino un semplice tronco secco nell'acqua torbida di un lago.

Come fare un uomo? Ce lo suggerisce in "Making a Man", con il metodo marzapane, o di pan di zenzero... e dopo un'esplorazione di quell' "Alien Territory", il corpo femminile, ridotto spesso a mero oggetto voyeuristico, ci ritroviamo tra le brame del linguaggio puro che scardina le trame e la narrazione per ridurla ad una semplice ripetizione modulare, per generare e plasmare nuove versioni e prospettive.

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Intimacy
Intimacy
Hanif Kureishi
ISBN 0-571-19636-5

Questo romanzo inizia dalla conclusione. "It is the saddest night, for I am leaving and not coming back." Un'esplosione di parole, pensieri, flusso di coscienza postmoderno, confuso e indolente, di un middle-aged middle-class: un uomo che sa di non poter più trattenersi dall'abbandonare la sua vita, la sua famiglia, la sua compagna, Susan, e i suoi figli. Un uomo che conscio di essere una delle "yearning creatures, a bag of insistent wants" non sa più come sopportate la violenta intimità che era alla base del suo rapporto con Susan.

E fugge, scappa dai suoi problemi, dalle sue paure, dai suoi pensieri, dal sesso che è diventato abituale e routinario: è un'irriverente anatomia di un rapporto di coppia, di una relazione che non è più in grado di resistere e sopravvivere alla crisi. Jak è l'epitome dell'uomo confuso degli anni Novanta, che creatosi negli anni Sessanta e disorientato negli Ottanta, persegue ora una sorta di Thatcherism of love. Un monologo, quello di Jak, che vuole essere forse più un grido di aiuto gettato a voce soffusa, sussurrato, di tutta una generazione incapace di affrontare la felicità.

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Gridare amore dal centro del mondo
Gridare amore dal centro del mondo
(orig. 世界の中心で愛をさけぶ)
Kyoichi Katayama - Kazumi Kazui
ISBN 88-7471-129-8

"Sakutaro sta andando in Australia, ma la sua non è una semplice gita: porta con sé le ceneri di Aki, morta a soli diciassette anni di leucemia. L'Australia è la terra che Aki ha sempre sognato, ed è là che lui disperderà i suoi resti."
L'essere un graphic novel lo rende ancora più intenso del romanzo. Il tratto, il disegno morbido e sensuale di Kazumi Kazui trasforma la storia tragica in un sogno, un sogno che, seppur infrantosi, sembra correre veloce per le 187 pagine del testo. L'innocenza dell'adolescenza giapponese, quasi irreale agli occhi di un occidentale, per quanto rispettosi e timorosi dell'altro sesso siano, fa da cornice alla storia d'amore tra Sakutaro e Aki.

Un amore quasi platonico, puro, un amore che si scontra presto contro la coscienza della malattia e l'impotente angoscia della morte. Aki si trasforma, da giovane fiore in vittima di un male che la uccide e la divora da dentro. Ma l'amore che la lega a Sakutaro, no, quello si rafforza. Nonostante un dolore che ti fa gridare amore dal centro del mondo.
Dalla postfazione di Kazui "... ho fatto una serie di bozzetti delle scene principali, e dal momento in cui Sakutaro porta Aki fuori dall'ospedale fino alla fine del fumetto ho pianto ininterrottamente. Non mi era mai successo".
Neanche al sottoscritto.

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Il canto di Penelope
Il canto di Penelope
Il mito dei ritorno di Ulisse (orig. The Penelopiad)
Margaret Atwood
ISBN 88-17-00791-9

"Ora che sono morta so tutto." Così inizia il romanzo, con la voce, finalmente non più sterile e muta, di Penelope, la moglie di Ulisse. Il riscatto, la sovversione dell'ordine patriarcale, la possibilità data finalmente anche alla donna di esprimere la propria visione delle cose, dire la propria verità, scardinando, se necessario, ipocrisie e false credenze diffuse dalla società maschile e misogina.
No, non è la riscossa delle oppresse, non è uno scatto di femminismo. Margaret Atwood - come sempre - non irriderebbe così il suo sesso, non lascerebbe le sue eroine nelle mani di critici pronti ad affossarle tacciandole di femminismo represso. La donna, Penelope, ri-acquista la sua voce, può parlare e dire la sua verità, ma solo dopo la morte. Quando la sua voce non è udibile.

Continua il romanzo, "Avrei voluto che fosse così, ma come molti dei miei desideri neanche questo si è avverato. Conosco solo alcuni eventi che prima ignoravo, entrati nella tradizione, ma forse infondati. Inutile dire che è un prezzo molto alto per soddisfare una curiosità." Penelope, nel suo lungo monologo, rivisita la mitologica impresa del marito Ulisse, le cause della guerra di Troia, dà un'immagine disincantata e realistica di Elena, che della guerra fu causa. Il mito è riscritto attingendo anche ad altre fonti non ufficiali, che forniscono una versione distaccata e differente della tradizione omerica. E si sofferma, incredula e sofferente, sull'irrazionale ragione per cui le sue dodici ancille, pur "traditrici" per essersi fatte sedurre dai Pretendenti, siano state selvaggiamente fatte impiccare dal marito durante la strage dei Proci.

Una domanda a cui Penelope, donna, non sa dare risposta.

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mercoledì 24 ottobre 2007
Pyongyang
Pyongyang
Guy Delisle
ISBN 88-89674-10-5

Tanto semplice da sembrare paradossale. Risultato di un reportage autentico nella misteriosa capitale della Corea del Nord, di proposito chiusa al mondo, a Internet, alla comunicazione, alla vita. Da parte di Desisle, fumettista québecois in trasferta in quel di Pyongyang per due mesi, il tempo necessario per una toccata e fuga nordcoreana. Dove non possono le parole, riescono bene e forse anche meglio le immagini: più dirette, incisive, violente talvolta; non a caso Pyongyang è un graphic novel, perfetto per rappresentare visivamente una società irreale, paradossale, grottesca, un "Jurassic Park comunista", a voler citare Rampini. Il romanzo grafico - pur con il tratto sicuro e deciso di Desisle - non lascia speranza di redenzione: nessun occidentale può visitare la città se non accompagnato da guida e interprete, nessun occidentale può evitare di portar in dono la propria presenza e il proprio omaggio al Presidente Eterno, quel Kim iL-Sung rimasto tale anche dopo la morte sopraggiunta nel 1994.

George Orwell immaginò una società oppressa da un controllo totale e totalitario nel suo capolavoro 1984: la Corea del Nord, finché resterà un paradiso tanto grottesco e violento quanto naif sotto il controllo diretto e irremovibile di Kim Jong-il, alimentato dalle idee del Juche (l'autosufficienza, ideologia ufficiale del regime, elaborata ad hoc per il popolo nordcoreano onde colmare le lacune del marxismo-leninismo e del maoismo), continuerà ad esserne la rappresentazione non più fantascientifica.

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Le particelle elementari
Le particelle elementari ( Les Particules élémentaires)
Michel Houellebecq
ISBN 88-452-4098-0

Questo romanzo è esplicitamente dedicato all'uomo, com'è dichiarato dall'autore al termine dell'opera: agli appartenenti di quella umanità che le vicende del XX secolo hanno coinvolto e dalle quali è indissolubilmente rimasta segnata. Non si vuole fornire una verità, nè indirizzare i lettori verso una comprensione delle vicende storico-sociali del secolo passato, ma semplicemente raccontare una storia, quella dell'uomo, secondo differenti punti di vista. O meglio, tramite due sole prospettive, antitetiche. Leggendo Le particelle elementari, non si può far a meno di notare che si tratta di un chiaro ammonimento verso un moderno "carpe diem", verso la capacità e la necessità dell'uomo di cogliere e vivere l'attimo per quello che è, di godere di ogni istante e di ciò che la vita offre quotidianamente in maniera sincera e totale. Non si deve tendere alla felicità, ma alla serenità piuttosto, ad una serie continua di piccole felicità interrotte e brevi.

Il finale stesso del romanzo è talmente tragico che volutamente rasenta il paradossale: tutte le esistenze coinvolte non possono concludersi nel modo cinico che Houellebecq propone: la morte sembra l'unica soluzione a tutte le pene (e alle gioie) della vita e sappiamo bene che così, in realtà, non può essere. Accanto ad una scrittura rapida, fluida, anche piacevole, lo scrittore dà sfoggio di nozionismo tecnico-storico-socio-scientifico, ma per fortuna non fine a se stesso. Crea nel lettore un effetto di straniamento pseudo-brechtiano che ci porta al distacco momentaneo dalla vicenda, permettendoci di capire che non si sta vivendo con il cuore, bensì o con il cervello o secondo l'istinto (Michel, il fratello sessuofobo e cerebrale VS Bruno, sessuomane ed erotomane). Ed è soltanto il cuore che indirizza l'uomo verso il godimento totale della propria vita.

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Neve
Neve (Kar)
Orhan Pamuk
ISBN 88-06-17004-X

Pamuk (premio Nobel per la letteratura nel 2006) era stato condannato a tre anni di reclusione e Neve censurato in Turchia: leggere questo romanzo tenendo a mente quali reazioni abbia generato in patria potrebbe essere certamente un ostacolo per una lettura obiettiva e oggettiva degli eventi, ma in realtà è il punto di partenza per capire perché un romanzo come questo sia stato pubblicato. Da una parte c’è il richiamo continuo all’immagine della neve, come suggerisce evidentemente il titolo, con la sua calma quasi spettrale e inumana: alla stasi, insopportabilmente desiderata, della neve, al suo immobilismo e al suo continuo cadere si contrappongono la violenza, il disordine, la rabbia e l’intensità dei sentimenti dei protagonisti del romanzo, dei giovani studenti del liceo religioso di Kars, dell’attore progressista e filo-occidentale e della moglie danzatrice del ventre, dei curdi, dei soldati, delle ragazze disposte a suicidarsi pur di essere libere di indossare il velo.

E di Ka, il poeta ucciso in Germania, sulle cui tracce è il narratore del romanzo. Temi centrali di Neve sono la definizione dell’identità turca, combattuta tra un sentimento laico filo-occidentale e le sue radici islamiche, e la rappresentabilità di una verità tramite l’arte (in particolare la letteratura). Tuttavia, uno stile talvolta pseudo-giornalistico, talvolta lirico, rallenta la lettura e la rende un po’ faticosa. Da leggere con un atlante geo-politico sotto mano…

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La verità bugiarda
La verità bugiarda
Raul Montanari
ISBN 88-8490-684-9

Un traduttore italo-tedesco ventottenne si trasferisce in città per lavorare in una piccola casa editrice, e l’incontro con la padrona di casa dell’appartamento preso in affitto, con i figli di lei e con gli altri vicini gli cambierà inesorabilmente il corso della vita, sullo sfondo di truci delitti non ancora chiariti e la realizzazione di un omicidio fantapolitico. Pur con il suo stile inconfondibile, La verità bugiarda ha qualcosa di diverso rispetto a Chiudi gli occhi, successo editoriale di Raul Montanari. Quanti si sono lasciati affascinare dal precedente romanzo, scopriranno infatti che, sebbene la scrittura sia fluida e eccezionalmente scorrevole, non riusciranno a identificarsi completamente con nessuno dei personaggi di questo romanzo, diversamente da quanto può facilmente verificarsi con Mauro, Andrea o Dora.

Le pagine di un Montanari maturo, consapevole prima di tutto di essere artista e di scrivere letteratura di alta qualità, si trasformano velocemente in un’esplicita riflessione metanarrativa. Chris, il protagonista, coscientemente si trova a barcollare in una vita che prima era un “banale romanzo psicologico, con risvolti da romanzo sociale”, fino a incontrare “personaggi da commedia”, per sfociare in quello che alla fine era diventata: un “Krimi”, termine che in tedesco indica un ibrido tra thriller e romanzo giallo. Le vicende, le emozioni, le morti, gli omicidi sono tutti elementi di questo grande romanzo che Montanari scrive, i personaggi vivono e di cui i lettori diventano spettatori, ma esterni.

Montanari ricorda che, tramite improvvise interruzioni postmoderne dal sapore brechtiano tratte da un romanzo nel romanzo, i lettori sono spettatori distaccati di un grande spettacolo e che i personaggi della sua storia sono prima di tutto personaggi di carta (come direbbe Barthes) e che la vita è altro. Quello che in La verità bugiarda si legge è letteratura, ottima davvero, ma in fondo soltanto un “Krimi”.

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101 Reykjavik

101 Reykjavik
Hallgrímur Helgason
ISBN 88-502-0319-5

Tra le vie di una Reykjavík irreale, attraversata da ombre, che entrano e escono dai suoi locali alla ricerca di calore, alcool e sesso facile, si aggira solerte Hlinur. Un trentenne come tanti, si direbbe, che gira per il centro di Reykjavík... niente di più lontano dal vero. Hlinur è affetto da disoccupazione cronica, ha una vita sociale quasi inesistente, trascorre le sue mattine vegetando sul letto disfatto a guardare film porno alla televisione e a masturbarsi con impegno invidiabile. Hlinur, irriverente ed eterno Peter Pan, novello Oblomov in terra d'Islanda, vomita i suoi pensieri in un moderno flusso di coscienza e accompagna il lettore in un viaggio verso l'ignoto, verso quella parte di noi che preferiremmo mantenere muta e assopita, ma che ruggisce e scalpita per uscire.

La tenebra dei sentimenti, delle paure e delle difficoltà dell'uomo occidentale che si sente sempre più insicuro e inadatto a competere con se stesso e con il sesso opposto: l'autore, Hallgrímur Helgason, trasforma le parole in musica e ti coinvolge in un ironico walzer dissacrante che non può lasciare indifferenti. Un romanzo paradossale, allucinato e allucinante, sottilmente sarcastico, violento, assolutamente non politically correct: è dall'incontenibile fluire delle parole di Helgason che il lettore viene catturato, da una scrittura musicale che non è da leggere sottovoce, ma da urlare, da vivere in prima persona.

Paranoico quanto basta per risvegliare e dar libero sfogo alle paure, le tensioni, i desideri e le pulsioni del maschio contemporaneo, rinchiuse e sigillate nella tenebra conradiana di tutti i giorni, nella fredda e inospitale Reykjavík, claustrofobico "cuore di tenebra" del XXI secolo. Un romanzo non adatto a pudiche educande, sfrenatamente grottesco e sfacciatamente irriverente… un capolavoro, insomma!

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